Capodanno in Toscana, come 32 anni fa
La gratitudine che provo oggi, godendomi la mia casina toscana, è immensa. L’ho sentita ancora più forte con questo capodanno appena passato.
32 anni fa io e mio marito, che ci eravamo conosciuti da poco, andavamo appena possibile in Toscana. Cercavamo un posto da comprare e ristrutturare con calma. Una ricerca lenta, paziente, che ci permetteva di conoscere meglio il territorio e i suoi abitanti.
Nel 1987 utilizzammo la vacanza natalizia e affittammo una stanza a Volterra. A Capodanno non avevamo ben chiaro cosa fare: non conoscevamo nessuno e faceva un freddo cane. Volevamo però brindare in riva al mare (ci piace tantissimo il mare d’inverno) e abbiamo dunque cercato un ristorantino nella zona di Cecina.
Dopo una bella cena, abbiamo preso una bottiglia di champagne e le due coppe di metallo che avevamo comprato per l’occasione, e ci siamo seduti in una barchetta sulla spiaggia di Cecina. Lì abbiamo aspettato la mezzanotte e brindato al nostro futuro.
Eravamo pieni d’ideali e di sogni, uno di questi era trovare una casa in quella zona toscana che ci aveva rapito il cuore, e poi lavorare tanto per avere i soldi per ristrutturarla e poterne un giorno godere pienamente.
Rientrando da Cecina, avevamo ancora voglia di festeggiare, e non ricordo più perché e per come, siamo passati davanti al circolo Arci di un paesetto vicino a Volterra. Le finestre erano illuminate e usciva una bella musica allegra.
Siamo entrati e ci siamo ritrovati in pieno in un film di Fellini: un’umanità variegata e allegra ballava a ritmo di strepitosi lisci, tutti urlavano, brindavano e fumavano.
Ci siamo uniti alla comitiva, e ballato (io) con tutti i vecchietti della zona. E’ stato bellissimo, e l’abbiamo sempre ricordato come uno dei capodanni più belli della nostra vita.
Quest’anno siamo venuti per la seconda volta a fare Natale alla nostra casina, che come sapete nel frattempo abbiamo trovato, ristrutturato, e finalmente abitato. Siamo rimasti qui anche per Capodanno, e nel chiederci cosa ci sarebbe piaciuto fare, non avevamo dubbi: volevamo tornare al circolo Arci!
Sapevamo che l’associazione esiste ancora, ma non ci eravamo più entrati d’allora. Siamo dunque andati a chiedere, e ci han detto che non si danzava più, ma che per Capodanno si organizzava una cena con tombolone, e che eravamo i benvenuti.
Eccoci dunque 32 anni dopo, nello stesso ambiente caloroso ed accogliente, a brindare con le stesse coppe che comprammo allora.
Con la differenza che adesso possiamo parlare della nostra casina, raccontare le avventure nel ristrutturarla a distanza, scambiare notizie sulle persone che conosciamo in zona.
E’ stato un Capodanno meraviglioso. Abbiamo ascoltato le storie degli anziani che da una vita battono queste splendide zone, mangiato cose deliziose e gioito del calore della comunità.
Ma quello che mi ha scossa più di tutto è stato il senso di felicità e di appagamento, e un’immensa gratitudine per avere, oggi, questo splendido posto che chiamiamo casa, dove torniamo da anni, e dove da anni veniamo accolti a braccia aperte da persone formidabili.
Questo per noi è un sogno che si è avverato. E non passa giorno senza che insieme all’incredulità di avere un posto così bello al mondo, mi senta invasa di gratitudine e mi ricordi di quanto sono assolutamente privilegiata: per aver potuto vivere questa storia d’amore con una casa, un territorio e i suoi abitanti; perché nessuno me la butterà mai giù né mi ci scaccerà; perché ho un posto nel mondo che per me è, e sempre sarà, casa.