Coaching e gatti non vanno d’accordo
Come alcuni di voi sanno, nel 2013 ho adottato una gatta. O meglio, LEI mi ha obbligata ad adottarla. Qui potete leggere la nostra storia. In questo post invece rifletto sul perchè coaching e gatti non vanno d’accordo.
Nel 2013 mi sono certificata e ho cominciato il mio business come coach.
Col tempo, sono andata affinando le mie sessioni di coaching. Ho capito quali erano gli elementi più importanti, sia per il cliente che per me, e ho creato una routine per rendere caldo e sicuro l’ambiente della sessione.
Naturalmente la mia priorità è di restare al 100% concentrata sul cliente. Per arrivare a ciò, ho una serie di regole che vanno dallo spegnere il cellulare, al chiudere la porta avvisando chiunque sia a casa in quel momento di non disturbarmi per nessuna ragione, all’assicurarmi che non arrivino ospiti inaspettati durante la sessione.
La mia gatta non ha capito queste regole. Io invece ho capito che coaching e gatti non vanno d’accordo.
Ci sono un paio di scenari rispetto alla mia gatta quando io comincio una sessione. O sta dormendo (in genere nella stanza dove mi trovo io perchè vuol stare sempre con me) o è fuori a spasso (quando siamo fortunate e abbiamo un giardino).
Nel primo caso, prego che non si svegli durante la sessione, e per fortuna questo succede spesso. Se si sveglia, mi punta gli occhi addosso, miagola, e salta sul mio tavolo con una determinazione che solo i felini possiedono.
Potete immaginarvi che non posso interrompere la sessione per spostarla o chiuderla fuori. Anche perchè se lo facessi, se ne starebbe seduta fuori dalla porta, urlando per farsi aprire.
Questo è quello che fa quando sta dormendo da un’altra parte e si sveglia e non mi trova, o quando torna dai suoi giri: viene subito da me, e se trova chiusa la porta della mia stanza, non smette di miagolare finchè non le apro. E non è un gentile miagolio da micetta – è un terrificante lamento, in tono basso e profondo, che distrae me e fa venire i brividi al cliente.
Capite il mio dilemma? La tengo con me in stanza, sperando che non si svegli, e rischiando di vedermela saltare sul tavolo, entrando allegramente nel campo visivo del cliente? O la tengo fuori, col rischio che cominci a urlare come se la stessero spellando?
Recentemente mi è capitato di peggio. Mio marito sta lavorando a Ginevra, e io e la gatta l’abbiamo raggiunto, in un appartamento affittato per l’occasione. Il posto è completamente arredato, con un sacco di tentazioni per i gatti: divani in pelle, piccoli oggetti che pendono dalle pareti, cesti di vimini… Grigiotta non può uscire dall’appartamento, sarebbe troppo rischioso, per cui diventa MOLTO nervosa. Appena può, attacca i mobili!
Prima di Natale ho cominciato un programma di coaching con una nuova cliente, che per una serie di ragioni per me era particolarmente importante. Tutto come al solito: la gatta dormiva sul suo tiragraffi, e io non ho voluto disturbarla e spostarla nella stanza da letto, per paura di innervosirla, e sperando che dormisse per tutta la durata della sessione.
Ovviamente dopo quindici minuti si è svegliata, ha capito che ero occupata, e ha escogitato il diabolico piano. Io ero profondamente immersa nell’ascolto della mia cliente, quando ho sentito il tipico rumore delle unghie che grattavano la pelle del divano. Per fortuna questa sessione era su Whatsapp, quindi ho potuto alzarmi tenendo con me il telefono e mi sono precipitata verso l’assassina di divani e l’ho spinta via, cercando di essere più silenziosa possibile.
Quando sono tornata a sedermi, lei ha lanciato il lamento: è saltata sul tavolo e ha cominciato a miagolare esattamente dentro il telefono! Per fortuna la mia cliente è molto carina (e comprensiva), e ha semplicemente esclamato: “Oh, hai un gatto!”.
Sì, ce l’ho, e mi sta rovinando la carriera!
Ahahahahaha, l’hai detto Valentina! Anch’io ormai mi sono convertita completamente all’universo felino 🙂
Fantastica, o dovrei dire gattastica! Hai tutta la mia comprensione, io ne ho due che da immobili e profondamente addormentati si svegliano improvvisamente ( e quasi all’unisono), a volte anche miagolando tra di loro, come se si stessero mettendo d’accordo, per poi cominciare corse matte e molto rumorose per tutta la casa, lanciando palline, sbattendo sulle ciotole e ovviamente spostando tutti gli oggetti più pesanti possibili. Ovviamente qual è il momento più opportuno? Quando arriva la telefonata importante del cliente ( anche io sono libera professionista e lavoro spesso da casa). Quando va bene ho la femmina che si sveglia per avere le coccole e si piazza esattamente come la tua nella foto, solo che pretende di essere accarezzata ogni 10 secondi e mentre fa le fusa ha l’abitudine di fare le bavette di gioia. Però che amori! Come faremmo senza dei colleghi come loro? 🙂 Un saluto da un’amante dei felini.
Finalmente vedo Grigiotta!!! Bellissima!!! Secondo me la carriera te la migliora 😀