Come gestire il feedback positivo
Tempo fa avevo scritto un post su come gestire il feedback negativo. Mi sembra però altrettanto importante capire come sfruttare il feedback positivo.
Se il feedback negativo serve, tra le altre, a migliorarci, come possiamo usare costruttivamente quello positivo? A parte le due occasioni che ho menzionato nell’articolo di cui sopra, in generale ho sempre ricevuto feedback positivo da tutte le persone con le quali ho lavorato. E mi sono resa conto recentemente che mi mancava uno step. Il passaggio, cioè, dall’incorporare questo feedback positivo nella mia professione e tradurlo in azioni pratiche per l’avanzamento della mia carriera.
Recentemente sono stata contattata da un paio di agenzie di coaching che erano molto interessate al mio profilo per il fatto che parlo più lingue europee. Le persone di queste agenzie con cui ho parlato erano impressionate dalla mia capacità di poter dare sessioni di coaching in lingue diverse. In questo caso, più che di feedback positivo, potremmo parlare di ritorno dal proprio profilo. Sono due cose differenti (il primo viene da un servizio erogato, l’altro dal profilo che presentiamo) ma vanno entrambe ascoltate e poi tradotte in azioni. Qualche esempio e riflessione che può darci alcuni spunti su come farlo:
1. Tipo di forza da individuare nel feedback positivo
Leggiamo sempre attentamente quello che è scritto nei formulari di valutazione delle nostre performance, qualsiasi queste siano. Non sorvoliamo sul fatto che, ad esempio, qualcosa ricorre in maniera costante, quasi a diventare un dato di fatto per noi scontato. Una cosa che ritrovo invariabilmente in tutte le valutazioni delle mie formazioni è che ho tantissima esperienza pratica di vita e che i racconti delle mie esperienze facilitano la comprensione e rendono la formazione vivace e interessante. Naturalmente questa è una cosa che so da me. Però ricordarla e incorporarla attivamente nelle future formazioni è sicuramente una cosa giudiziosa. Posso ad esempio sforzarmi di ricordare altri eventi della mia vita nei vari paesi in cui ho vissuto e tenerli presenti da tirar fuori al momento opportuno mentre si sta discutendo di teorie e affini.
2. Cercare i punti in comune tra le diverse fonti da cui proviene il feedback
Magari un feedback positivo ci arriva da una specifica sfera del nostro lavoro, l’altro da una collaborazione una tantum, l’altro ancora semplicemente da amici o conoscenti che incrociamo sul cammino. Generalmente i punti in comune riguardano le soft skills e tutti quegli altri attributi che non sono direttamente collegabili a uno specifico servizio erogato. Ma quando un feedback positivo è costantemente ripetuto significa che quella caratteristica in noi è quanto davvero resta nella mente delle persone. In quanto tale va messa a fuoco nelle nostre performances, a tutti i livelli.
3. Accertarsi di travasare i punti di forza nella nostra comunicazione
E’ molto importante che i punti di forza che emergono dal feedback positivo vengano “travasati” in tutti i nostri canali di comunicazione. Vi do un esempio: io so di non parlare mai a sufficienza sui miei social della mia incredibile esperienza all’estero. Una sorta di pudore, o forse anche la difficoltà di mettere in relazione la mia vita ai quattro angoli del mondo con alcuni dei lavori che faccio, mi hanno sempre spinta a focalizzarmi su altre aree. Mentre parlo spesso e volentieri dei giochi che utilizzo, di come li utilizzo, delle librerie umane che organizzo, dei metodi di approccio alle mie informazioni interculturali, raramente metto l’enfasi su quello che mi è successo nei vari paesi. O su cosa ha davvero significato per me, mio marito, e i miei figli vivere una vita da totali globetrotter. E invece è importante parlare e mettere in risalto i punti che ci arrivano dal feedback positivo, perché sono quelli, con grande probabilità, che la gente ricerca e apprezza di più.
4. E infine: preparare bene le strutture per ricevere il feedback
Quando prepariamo formulari, questionari o qualsiasi altro mezzo per raccogliere il feedback, è importante che tentiamo di essere il più specifiche possibile. Le risposte multiple a più scelta nella mia esperienza sono quelle che funzionano meglio. Da una parte perchè la gente non ha mai molta voglia di scrivere a lungo e creare commenti da zero. Ricordiamoci che il momento migliore per raccogliere il feedback è a caldo, cioè appena finito il servizio. Questo, però, è anche il momento di più grande stanchezza e fretta, quindi spesso chi compila i questionari tende ad esssere stringato e sbrigativo. Se invece di chiedere: “come hai trovato la mia formazione in generale?” chiedo: “cos’hai apprezzato di più (o di meno) della mia formazione?” e propongo una tendina di risposte nelle quali infilo quello che realmente mi interessa sapere, ecco che ho facilitato il lavoro al rispondente e indirizzato il feedback verso i campi che più mi interessano. In questo modo, inoltre, magari facciamo venire in mente qualcosa che non era stato considerato, e che non sarebbe stato menzionato in un semplice commento spontaneo.
Se vi vengono in mente altri modi in cui possiamo mettere a frutto il feedback positivo, non esitate a scrivermi. Nel frattempo, buone carriere a tutti!