Domani mi trasferisco a Ginevra
Come ho raccontato tempo fa, mio marito ha finalmente avuto la conferma che resterà a lavorare a Ginevra per almeno due anni. E io con lui 🙂
Avevo anche raccontato che dopo l’estate avevo deciso di non unirmi a lui, ma di restare a Milano ad aspettare l’evolversi degli eventi. In realtà a Milano ci sono stata a spizzichi e bocconi. Sono andata a Parigi per una conferenza, ho accompagnato mio figlio a Madrid in macchina, sono stata qualche giorno a Londra. La mia base, però, in questi mesi, è stata nella mia città natale. Domani mi trasferisco a Ginevra, e questi ultimi giorni sono stati strani.
E’ stato strano prepararsi all’espatrio dovendosi congedare da Milano. Mi era accaduto già due volte. La prima, dopo che avevamo lasciato precipitosamente il Congo a causa di una sanguinosa guerra civile, e avevamo poi vissuto a Milano due anni. La seconda tra il Perù e Gerusalemme, quando, come capita spesso, ci sono voluti diversi mesi prima di avere un nuovo contratto.
Quelle erano però situazioni diverse, ero diversa io, e avevo i figli con me. Il periodo milanese che ho trascorso dall’estate ad oggi ha avuto un sapore completamente diverso, e anche il congedo è differente. Non solo perchè questa volta vado a vivere a quattro ore di macchina da qui (ancora non ne vengo a capo 🙂 ), ma anche perchè in questi mesi sono successe due cose.
La prima è che il rapporto con la mia città natale, piuttosto spinoso da quando me ne ero allontanata nell’89, ha subito un cambio di direzione. Milano sapeva che io ero maldisposta nei suoi confronti. L’ho sempre considerata, e su questo non ho ancora cambiato idea completamente, una città che si vende e si vanta al di sopra delle sue possibilità . Non credo di essere particolarmente sfortunata, ma spesso mi è capitato di scontrarmi con cose che non funzionavano, code, fatica e nervosismo. Ingarbugliamenti che per me ormai sono diventati tipicamente milanesi. E non riuscivo a conciliare l’idea di Milano con quella di una città europea, moderna e funzionante.
Però, naturalmente, finora mi ero immersa solo nelle fatiche. I pochi giorni che passavo a Milano erano pieni di trafile burocratico amministrative e commissioni da sbrigare. Avere un po’ di tempo a disposizione oltre a tutto ciò mi ha permesso di godermi la città in maniera diversa. Ho colto quello che molti mi ripetevano da tempo, e cioè che le iniziative culturali e artistiche si sono moltiplicate negli ultimi anni, che la gente esce, che i cinema sono pieni, che la musica ne riempie le strade.
Quello che ha definitivamente dato il colpo di grazia in positivo alla mia velata ostilità verso Milano è stato Milano Book City, un evento eccezionale, che mi ha davvero felicemente scossa e fatto passare momenti di pure beatitudine intellettuale (oltre ad aver dato un colpo di vita alla mia collezione di libri firmati dagli autori 🙂 ).
Quei giorni me li sono goduta a fondo, e mentre passavo da un evento all’altro, sotto la pioggia battente, mi sentivo felice e grata. Credo che il momento di svolta sia stato proprio lì.
L’altro aspetto è che “crescendo” (per favore non fatemi dire “invecchiando”!) le mie priorità sono cambiate. Se un tempo stare lontana dalla mia famiglia non mi disturbava più di tanto, adesso godere di qualche momento speso bene con i miei fratelli, i nipoti, parenti anche lontani e amici storici è diventato per me preziosissimo. Avere il tempo di entrare un pochino nelle loro vite è stato un privilegio, forse il più grosso, che questo periodo milanese mi ha regalato.
Domani mi trasferisco a Ginevra e anche se questo è un espatrio inedito e diverso da tutti quelli vissuti finora, sento che sta per chiudersi un capitolo perchè non sarò più fisicamente così a lungo a Milano, e ogni volta che verrò sarà di nuovo per sbrigare mille faccende che me la renderanno antipatica.
Conserverò però un bel ricordo di questi mesi, e continuerò a considerarli come una delle tante sorprese che l’espatrio spesso ci regala.