Fare comunità: i miei consigli migliori
Dopo l’incontro che ho organizzato a Firenze con la comunità di Expatclic, mi sono resa conto di aver accumulato una grande esperienza nel fare comunità.
Mi è successo spesso in passato. All’improvviso prendo coscienza di qualcosa che agli altri è sempre sembrato scontato. Dopo l’incontro Expatclic a Firenze, ho realizzato di essere diventata un’esperta nel fare comunità. O comunque si voglia chiamare il fatto di essere la “leader” (anche se preferisco il termine “organizzatrice”) di un vasto gruppo di persone che si sentono legate da qualcosa che hanno in comune.
Nel nostro caso questo “qualcosa” è costituito dall’avere o aver avuto una solida esperienza di vita in culture diverse. Ma dietro ogni comunità c’è molto di più che il semplice motivo per cui i suoi membri si riuniscono e restano inieme.
Al giorno d’oggi ci sono comunità di tutti i tipi. Per rimanere nel mio campo, ci sono innumerevoli gruppi di espatriati che prosperano ovunque e in molte forme. I social hanno dato la possibilità di raggiungere facilmente qualsiasi tipo di persona e di costruire la comunicazione di gruppo in modo rapido ed efficiente.
Ma quanto durano questi gruppi? E qual è la qualità delle relazioni tra i loro membri? E ancora, quanto si sentono profondamente coinvolti e grati i membri? Tutti questi fattori (ce ne sono di più, ovviamente) sono indicatori del successo di una comunità e di ciò che viene comunemente chiamato community building, o fare comunità.
All’incontro di Firenze, ho avuto un feedback meraviglioso da molte delle donne presenti. Molte di loro erano nuove nel gruppo e mi hanno dato una visione fresca di ciò che hanno provato scoprendo la comunità e partecipando all’incontro.
È stato grazie a ciò che ho capito di aver accumulato un’incredibile ricchezza di conoscenze sul fare comunità. La maggior parte delle cose che ho fatto e implementato in questi 16 anni da quando ho creato Expatclic, sono venute spontaneamente. Faccio il punto adesso, quando, dopo tutti questi anni, sento ancora donne che esprimono gratitudine e ammirazione, e mi dicono che si sentono accolte e a proprio agio in ogni occasione in cui si esprime lo spirito della comunità.
Voglio condividere alcune di queste pratiche e un paio di punti di riflessione sul fare comunità.
Crea una community attorno a qualcosa di cui sei un vero esperto
Non puoi invitare persone intorno a un tema su cui non sei forte. Creare una comunità significa, prima di tutto, comprendere i sentimenti e le ragioni più intime di coloro che entreranno a farne parte. Come in ogni situazione della vita, aver sperimentato direttamente ciò di cui si parla, rende più facile empatizzare, comprendere opinioni, collocare eventi e sentire il flusso del gruppo.
Crea una community attorno a qualcosa che ti appassiona
Creare qualcosa solo per prestigio o ritorno economico non ti porterà molto lontano, per la semplice ragione che è la passione ad accendere l’entusiasmo, uno degli ingredienti fondamentali per far funzionare una comunità. I membri del tuo gruppo lo sentiranno immediatamente, quando sarai mossa dalla passione, e reagiranno di conseguenza. Ciò non significa che non puoi creare una community legata alla tua attività, a patto che tu sia veramente appassionata da quello che fai. Idealmente, il tuo lavoro dovrebbe venire prima e l’idea di creare una comunità dovrebbe esserne il risultato.
La community non si costruisce in un giorno
Ci sono gruppi che crescono in modo rapidissimo e impressionante. Io però sono sempre un po’ scettica quando vedo questo fenomeno. I gruppi hanno bisogno di tempo, molto tempo, per funzionare. Devono costruire la loro identità, testare le loro relazioni, includere più membri in modo dolce e senza intoppi. Concentrarsi sui numeri prima di aver nutrito l’anima della comunità può portare a un risultato svilente. Ho visto gruppi che hanno accolto migliaia di persone in pochi giorni, e che puntualmente hanno iniziato a litigare o blaterare tra loro in capo a pochi mesi.
Mentre il tempo scorre, rimboccati le maniche
Non puoi sederti e aspettarti che la tua comunità si sviluppi da sola. Devi essere presente. Sempre e con costanza. Ci sono una miriade di modi in cui puoi stimolare il rinforzarsi della tua comunità, ma tutti richiedono la tua presenza in prima linea. È un impegno enorme, sia in termini di tempo che di energia, ma ripaga.
Sii onesta, generosa e presente
I membri della comunità sentiranno se non agisci con onestà. La genuinità nelle tue parole e nei tuoi modi provocherà reazioni oneste nel tuo gruppo. Essere generosi può risultare difficile perché significa impiegare un tempo infinito per soddisfare le esigenze della comunità. Ma posso assicurarti che più sei generoso, più le persone generose graviteranno intorno a te e daranno alla tua comunità un’impronta umana unica. Per fare tutto ciò, devi essere presente, ovvero riservare una grande fetta del tuo tempo alla comunità. Devi ascoltare, rispondere, dar fondo alle tue conoscenze e ai tuoi contatti per aiutare i membri del tuo gruppo. E devi farlo con costanza.
Fare comunità ma guardando anche al singolo
Non è facile, naturalmente, soprattutto se la comunità è grande. E’ però molto importante prendersi del tempo per conoscere almeno un pochino i vari membri che partecipano attivamente. Questo permetterà di giostrarsi tra commenti di carattere generale, o comunitario, e commenti personali. Ricorda, la comunità è un gruppo culturale compatto, ma come tutti i gruppi culturali, ospita al suo interno tante differenze. Differenze che vanno scoperte, valorizzate ed esaltate.
La comunità non deve girare intorno a te
Tu puoi essere l’ispiratore, il leader, il direttore d’orchestra, ma resti uno strumento al servizio della tua comunità. In altre parole, la comunità non deve girare intorno a te. Sei tu che devi girare, costantemente, intorno a lei. Osservarla da tutte le angolazioni, sentirne il pulsare e andare e venire tra singole reazioni e partecipazioni, e risultati allargati.
Costruire e curare la comunità di Expatclic per tutti questi anni non è stata solo una grande lezione, da cui ho tratto insegnamenti profondi. E’ stata anche, e soprattutto, un’incredibile e profondissima esperienza umana, l’impresa della mia vita. E un canale priviilegiato attraverso il quale esistere dentro a una serie di valori che da sempre mi definiscono: rapporti umani, supporto, e confronto con la diversità.