Fuso orario e lavoro online: quali sono i maggiori disagi
Tre anni fa, quando mio marito mi ha annunciato che la nostra prossima destinazione era Jakarta, ho opposto resistenza fondamentalmente per due ragioni. La prima era l’idea di dover mettere la mia gatta in quarantena. L’altra il fatto di andare a vivere così lontana dalla mia famiglia e dai miei figli, e su un fuso orario così diverso da quello della maggior parte dei miei clienti.
Mentre ho scoperto rapidamente che non avevo motivo di preoccuparmi per la prima questione, avevo ragione a preoccuparmi per la seconda. Se dovesse succedere qualcosa di grave mi trovo a 24 ore di viaggio da mia madre e dai miei figli. Inoltre, lavorare come coach e trainer online da questo fuso orario mi pesa in molti modi.
La maggior parte dei miei clienti e delle partecipanti ai miei corsi online vivono in Europa, Africa e negli Stati Uniti. Ecco dunque come la mia vita a Jakarta ha preso forma in base al fuso orario su cui mi trovo:
- Devo aspettare che i miei clienti si sveglino al mattino per dare una sessione. Questo significa che non posso quasi mai coacchare quando da me è mattino, dato che la mattina in Europa comincia quando qui sono le due del pomeriggio. La maggior parte dei miei pomeriggi sono quindi pieni di sessioni. Non mi lamento, mi sento più fresca e concentrata al mattino;
- Molti dei miei clienti lavorano a tempo pieno. Potrebbero connettersi alle loro sei o sette di sera, quando tornano a casa, ma in quel momento io sono nel pieno della notte. Quindi dobbiamo fare le nostre sessioni durante i week-end. Il che significa che posso lasciare Jakarta per un fine settimana di relax e esplorazione molto raramente. Se lo faccio, devo cancellare una sessione coi miei clienti;
- Lo stesso succede coi miei figli: loro sono impegnati durante il giorno, e possono connettersi solo dopo le sette o otto di sera, piena notte per me. Va a finire che ci mandiamo dei veloci messaggi durante il giorno se c’è qualcosa di urgente, e che ci parliamo solo nei fine settimana (quando ho le sessioni di coaching e devo comunque trovare il giusto momento), e questo quando loro non vanno via per il week-end;
- Le mie formazioni interculturali online durano almeno due ore, e se devo darne a qualcuno che vive negli Stati Uniti, saranno sempre al loro mattino, quando è notte da me. Ne ho data recentemente una che è cominciata alle dieci del mattino negli States, e dieci di sera a Jakarta. Ho parlato per più di due ore ininterrottamente (in inglese), e finito ben oltre la mezzanotte. Per fortuna non devo alzarmi presto per andare in ufficio al mattino, ma comunque la mia resa dopo mezzanotte non è ovviamente quella che posso fornire in pieno giorno;
- Lavorare online assorbe un sacco di energie mentali. Di solito comincio la mia giornata al mattino presto, e mi fermo una quarantina di minuti per pranzo. Scrivo, traduco, sto su Skype con clienti e colleghe, rispondo ai messaggi, insomma, faccio tutto quello che fa chi lavora online, e arrivo alle sei di sera completamente cotta. Purtroppo quello è il momento in cui la gente in Europa comincia a mandare mail. Quindi io chiudo il mio computer sapendo che arrivano un sacco di messaggi e chiamate Skype (il che mi fa venir voglia di continuare a controllare), e mentre tento di leggere un libro o guardare le notizie felicemente spalmata sul divano, il mio telefono continua a trillare. E dato che vivo lontano da figli e madre malata, se non controllo i messaggi in entrata non riesco mai a rilassarmi completamente e a godere di un meritato break dalla rete;
- webinar, incontri online e compagnia. La maggior parte di questi si svolgono quando da me è sera. A volte mi succede di avere un webinar il lunedì sera, un training il martedì, una sessione di coaching il mercoledì, e un incontro con la mia collega che vive in Colorado il giovedì. E tutto ciò, naturalmente, dopo aver già passato la giornata al computer.
Mi considero fortunata perchè adoro la rete e far networking mi appassiona. Ma devo ammettere che ci sono giorni in cui è davvero un po’ troppo. Ho cercato di organizzarmi al meglio, e di ridurre gli incontri online di notte. Penso però che l’unica cosa che mi resta da sperare davvero è che la prossima missione sia su un fuso orario diverso!