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Genitori espatriati: un’analisi sui sentimenti

genitori espatriati

Una riflessione sulle priorità nella (mia) famiglia e sull’essere genitori.

Durante la nostra carriera di genitori espatriati, ci è capitato di sentirci dire che siamo troppo protettivi, troppo legati ai nostri figli, sempre a stargli dietro. Che gli abbiamo sempre dedicato troppo tempo, sempre messo i loro bisogni davanti ai nostri, e anche che gli facciamo troppi regali a Natale!

Quindi posso immaginarmi la reazione di alcuni di fronte a questo: in giugno Alessandro, il nostro figlio maggiore, si laurea nella sua Grande École a Parigi, e noi (io e mio marito) facciamo andata e ritorno dall’Indonesia in un week-end per l’occasione.

Verrà anche Mattia, il nostro figlio più piccolo, ma ok, lui vive in Inghilterra, un filo più vicino… Ma noi? Andare a Parigi solo per un week-end e spendere tutti quei soldi? Ovvio che è bello essere col proprio figlio in un’occasione del genere, ma è grande abbastanza per capire che vivendo su diversi continenti non è sempre possibile essere presenti ai grandi eventi, e che possiamo magari fare una festa quando ci ritroviamo per le lunghe vacanze in Italia. E in effetti lui lo capisce benissimo, e ha anche tentato di convincerci a non andare.

Ma noi siamo fatti così: io non mi sono mai truccata in vita mia, e devo essermi comprata un totale di quattro rossetti (tre li ho ancora, due quasi intonsi – ok, sono di un rosso troppo carico 🙂 ). Non mi sono mai comprata vestiti di marca, e quando spendo nei libri, la mia grande passione, compro quasi esclusivamente tascabili. Mio marito è come me, ma quando si tratta di festeggiare i nostri figli, non sentiamo ragioni. Primo perchè se lo meritano. Secondo, perchè la nostra storia famigliare si è costruita anche sull’essere insieme il più possibile, e specialmente nei momenti più importanti.

Non voglio entrare nel dettaglio del percorso di Alessandro, ma posso dire questo: è stato grande. Un grande studente, un grande amico, un bellissimo essere umano e un figlio incredibile. Sono sicura che ha passato momenti molto duri quando ha lasciato la famiglia – lui, come quasi tutti i figli expat, se n’è andato molto giovane, non aveva neanche diciott’anni – ma se guardo indietro vedo solo momenti di gioia, risate, amore profondo e, quando arrivava la tristezza, la sua incredibile capacità di aprirsi per permetterci di aiutarlo.

Questa è la storia della nostra famiglia: come ho già detto, non ci importano macchine, sport o vestiti cari. Quando viaggiamo, andiamo in posti semplici, e ci permettiamo degli ottimi ristoranti non più di due volte all’anno. Perchè ci piace usare i nostri soldi per creare dei momenti di famiglia, come quando un’amica mi ha chiamata a casa sua, il giorno del mio compleanno poco prima che lasciassi Gerusalemme, mi ha fatto aprire un’enorme scatola di cartone, e dentro ci ho trovato Alessandro: era venuto da Milano  per festeggiare il mio compleanno e aiutarmi a traslocare.

I miei figli hanno avuto delle vite incredibilmente ricche e stimolanti. Hanno però anche dovuto affrontare cose che un giovane sedentario forse non affronterà in tutta la sua vita. Tutti gli addii, le diverse scuole, amici, lingue, e indescrivibili sforzi logistici e organizzativi… Festeggiarci e passare più momenti importanti possibili insieme è il nostro modo di dare un po’ di solidità a questa vita stupenda ma piena di sfide. Forse è difficile da capire se non si vive come viviamo noi, ma…andiamo a Parigi!!!

 

Claudia Landini
Maggio 2016
Foto ©ClaudiaLandini

Comments (4)

  1. Io avrei fatto lo stesso, cioè se non si festeggiano i traguardi importanti dei propri figli che devi festeggiare?!?

    PS: quella dello scatolone è fantastica! Plauso al figlio…e alla madre che lo ha cresciuto così 😉

  2. Che bello il tuo articolo Claudia! Sappi che non sei sola ad andare su e giu’ per il.mondo…anche mia figlia, la grande, si laurea quest’ estate e noi tutti li’! Per niente al mondo rinunceremmo ad esserci,
    semmai si rinuncia ad altro!
    Un abbraccio da KL e congratulazioni al tuo ragazzo!!
    Paola

  3. Bellissimo Claudia! Noi facciamo uguale, per adesso i miei bimbi sono piu’ piccoli ma credo che se dovessi trovarmi in futuro nella tua stessa situazione farei lo stesso! “Making memories” e’ il nostro motto e “amore” la parola chiave. E’ bello esserci, e’ bello far sentire che siamo unita’! Mi hai commosso. Complimenti a voi e ai vostri figli. Un abbraccio dall’Inghilterra! Fabiana

  4. Certo che dovete andare!!! È bellissimo quello che racconti e soprattuto l’amore che c’è dentro!
    In bocca al lupo a tuo figlio e buon viaggio a voi!
    Un grande abbraccio

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