Il potere delle domande nel coaching e non solo
Perché tutti si affannano a dirci che per promuoverci dobbiamo chiedere, lanciare sondaggi, cercare un’opinione? Ma è perché la gente AMA rispondere alle domande!
Succede spesso che mi trovino in rete in relazione ad argomenti legati all’espatrio, alla vita mobile e al coaching. A volte mi viene chiesta un’intervista, perlopiù da studenti universitari che preparano la loro tesi, o da coach che stanno per lanciare nuovi prodotti. In ogni caso io accetto sempre di buon grado se posso, e lo faccio perché amo il potere delle domande e ogni occasione è buona per riviverlo.
In effetti, posso affermare serenamente di aver avuto alcune delle mie maggiori intuizioni durante un’intervista. O di aver preso nettamente coscienza di una cosa che fino a quel momento mi era sfuggita. E’ anche naturale che riservando del tempo a un argomento, vengano fuori cose sulle quali non ci fermiamo a riflettere abitualmente.
Io lo dico sempre ai miei clienti di coaching, in particolare quando affrontiamo il tema dei valori: non è che ci alziamo ogni mattina e guardandoci allo specchio ci chiediamo “come sono cambiati i miei valori ultimamente? Perché scelgo questo e non quello?”.
Nei valori, come nei nostri sentimenti e nelle nostre emozioni, insomma, in tutto quello che ci guida nella vita, tendiamo ad andare in automatico, senza fermarci a interrogarci. E col passare del tempo quest’automatismo può creare una sorta di scollamento, che ci porta a dimenticare il nesso tra quello che facciamo tutti i giorni e il perché lo facciamo.
Ricordarci però i nostri perché, ovvero quello che ci muove dal più profondo, è molto importante. Ci aiuta a restare focalizzate, a mettere più energia nelle cose, e anche a spiegarci meglio. Saperci spiegare è fondamentale nel nostro business, qualunque esso sia.
Ci sono però altri motivi che rendono così importante il potere delle domande. Ad esempio il fatto che in tantissimi casi le domande ci costringono a ricordare. Perché mettendoci con le spalle al muro nell’esigere una risposta, ci spingono a rivedere fatti e sentimenti passati.
E’ nella nostra vita che troviamo le risposte, è nella nostra esperienza che ci siamo formate e siamo diventate quello che siamo oggi. E’ sulle nostre skill, che si esprimono quando ci mettiamo alla prova, che costruiamo le figure professionali che più ci soddisfano. Spesso ce ne dimentichiamo. Ci dimentichiamo ad esempio di quanto eravamo brave a fare una determinata cosa, o la potenza di un sentimento che ci aveva spinte a realizzare qualcosa di grande.
Le domande servono a strutturare la nostra ricerca nel passato, a tirare dei fili tra quello che siamo oggi e quello che ci ha portate qui. Ci aiutano a mettere in relazione il nostro interno con l’esterno, a dar senso a quello che creiamo. A sentire che esistiamo, e che siamo convinte (e spero felici) di esistere.
In ultimo le domande sono l’espressione dell’interesse del nostro interlocutore, e/o la prova di un ascolto attento. Chi vuole sapere di noi, formula domande che esprimono questo interesse. Chi ci chiede qualcosa in risposta a un nostro discorso o spiegazione, ci dimostra di aver ascoltato con empatia, e ci mostra quanto le nostre parole abbiamo suscitato ulteriori curiosità o riflessioni.
Nella comunità di Expatclic usiamo molto i sondaggi. E’ una cosa che a me piace tantissimo, quando c’è un argomento che m’interessa, raccogliere diversi modi di sentire ed esperienze svariate. Sono sempre molto partecipati, e non c’è da stupirsi. Una domanda precisa aiuta la gente ad esprimersi più liberamente, perché toglie la pressione del dover scegliere cosa e come dirlo. Non è davvero un caso che i sondaggi siano di gran lunga più partecipati delle discussioni generiche.
Il potere delle domande è immenso. Le domande nel coaching sono oggetto di studio e preparazione dettagliata. Bisognerebbe però allenarsi a fare domande ricche anche in altri contesti. Senza mai dimenticare che una domanda genuinamente interessata e formulata con interesse ed empatia, può aiutare più di mille consigli.