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La migliore agenzia di relocation al mondo

Quando parlo di migliore agenzia di relocation al mondo, lo faccio dal punto di vista del trainer che viene da questa impiegato. Non farò nomi 😊

Il lavoro di coach e formatrice interculturale ha tanti ambiti d’applicazione, e la direzione che gli darete dipende da molteplici fattori. Io, raminga da più di trent’anni, perennemente sradicata sul più bello, e a contatto con situazioni in costante cambiamento, non sono mai riuscita – e in fondo non ho mai voluto – diventare una coach o formatrice aziendale. Prima del COVID, questo tipo di rapporto implicava una certa presenza sul territorio, presenza che io non potevo garantire che per un paio d’anni, se al calcolo togliamo il tempo per atterrare, guardarmi in giro e capire come muovermi.

Dovendo quindi contare su singoli clienti per entrambe le mie sfere professionali (perlopiù espatriati che vogliono disegnare nuovi progetti professionali per quanto riguarda il coaching, e manager in arrivo nei vari paesi in cui mi trovo nell’ambito della formazione interculturale), il tramite delle agenzie di relocation per me si è rivelato importantissimo. E’ attraverso di loro, infatti, che mi arriva un buon 40% dei clienti, e che, in alcune situazioni, riesco a fornire un tipo di formazione che difficilmente viene richiesta se non attraverso un pacchetto preconfezionato e solitamente sponsorizzato dalle aziende.

Foto ©CristinaBaldan

Il mio primo cliente mi è arrivato in Perù da un’agenzia di relocation statunitense. A Jakarta ho lavorato tantissimo come formatrice interculturale per un buon numero di agenzie, per la maggior parte statunitensi, inglesi e olandesi. Con sede principale in Germania è invece un’agenzia che mi manda un buon numero di clienti di coaching.

Dopo anni, dunque, che mantengo rapporti con questo tipo di agenzie, mi è ben chiaro cosa funziona nella procedura tra agenzia, trainer e cliente, e cosa invece rende difficoltosa la relazione. Non ho dubbi di aver individuato, tra tutte quelle per cui ho lavorato, la migliore agenzia di relocation al mondo, e vengo a spiegarvi cosa la distingue dalle altre.

Il processo di selezione e formazione

Ci sono tipicamente due fasi per lavorare con un’agenzia di relocation. La prima implica la selezione, e se poi si è fortunati, viene la parte vera e propria di formazione fornita dall’agenzia, che vuole assicurarsi di dare al suo trainer tutti gli strumenti necessari.

Foto di Imagie Fotografia

Solo in un caso in vita mia sono riuscita a fare un’intervista dal vivo, il che mi ha garantito di cominciare a lavorare per l’agenzia senza colpo ferire. In tutti gli altri casi ci sono spesso stati lunghi tira e molla online. La mia agenzia di relocation preferita, però, mi ha intervistata – bene e a lungo – solo una volta, per poi passare alla fase di formazione, che è stata completa, interessante e altamente professionale. Ancora oggi li ringrazio per avermi insegnato così tanto e avermi aperto tante porte.

In altri casi mi è capitato di dover parlare con un numero infinito di persone, alcune delle quali mi chiamavano senza preavviso, o di dover superare complicati esami – della cui utilità sono ancora perplessa.

Il primo contatto

Nessuno pretende di sapere vita, morte e miracoli del cliente in prima battuta. E’ però importante, quando si deve decidere se accettare un incarico, avere quanti più dati possibili tra le mani. La migliore agenzia di relocation al mondo di cui vi parlo, usa delle schede che compila con quante più informazioni  possibili, e alle quali il trainer può accedere in tutta comodità per avere un quadro già molto completo della proposta.

Pur non essendo questo un requisito essenziale, perchè il rapporto va evolvendosi man mano che il progetto di formazione (o di coaching) si sviluppa, trovo che partire già sapendo cose quali la nazionalità del cliente, con che ruolo e azienda parte, che tipo di situazione famigliare ha, e così via, aiuti a cominciare col piede giusto.

La libertà di rapporto col cliente

Ci sono agenzie che mantengono uno strettissimo controllo sul rapporto con il cliente a cui forniscono i loro servizi. Questo si riflette sulla libertà di movimento che il trainer ha con il cliente. Mi sono capitati casi in cui non sapevo nulla del cliente che andavo a formare fino al momento in cui ho varcato la porta del suo ufficio. In altri casi, invece, mi è capitato di dover parlare ripetutamente col cliente prima della formazione, ma sempre sotto lo stretto controllo dell’agenzia.

La mia agenzia preferita, una volta date tutte le informazioni del caso, si limita a scrivere una mail per mettere il trainer in contatto con il cliente, e poi si ritira tra le quinte, senza mai far mancare il suo supporto in caso di bisogno. Così facendo fa sentire al trainer che ha fiducia in lei, e lascia che il rapporto si sviluppi già prima della formazione. E questo, lo dico per esperienza vissuta, è molto importante.

Il materiale fornito

Nella mia esperienza, tutte le agenzie forniscono del materiale per il programma (quando non si tratta di coaching). Beh, la mia agenzia preferita è quella che ha un database di materiale assolutamente fantastico. Con loro, non c’è nessun bisogno di spendere ore a preparare sofisticati power point, perchè tutto è già perfettamente delineato nei manuali e nelle slides che forniscono. Peraltro – ma questo, a onor del vero, vale per tutte le agenzie con le quali ho lavorato – non hanno alcun problema se vuoi integrare il loro materiale con qualcosa di tuo, il che è un grande sollievo.

Foto @ClaudiaLandini

Mi è capitato un caso in cui non mi è stato fornito alcun materiale, ma quello che ho dovuto preparare io per la formazione è stato passato al vaglio e sottoposto a richieste di modifiche prima del training. Il tutto ha preso molte, molte ore, che ovviamente non sono state pagate!

Il feed-back

Ogni agenzia raccoglie dal cliente un feedback sul grado di soddisfazione del programma. Quando le formazioni si facevano online, la maggior parte delle agenzie lo raccoglieva in via telematica dopo il programma, e non lo condivideva con la trainer. L’agenzia di relocation migliore al mondo, invece, affidava alla trainer anche quel processo: era, cioè, compito mio, far compilare il questionario di gradimento e inviarlo alla sede dopo la formazione. Questo mi ha permesso di raccogliere un centinaio di feedback direttamente dai clienti che ho formato, qualcosa per cui sarò per sempre grata a quest’agenzia. Che peraltro, anche ora che si fanno le formazioni online, continua a mandarmi i feedback dei clienti una volta che li riceve.

Tariffe e pagamento

Questo, si sa, è un punto particolarmente sensibile.
Tutti i trainer sanno che l’agenzia trattiene una cospicua fetta degli introiti generati dai servizi che fornisce. Il che è anche normale. L’agenzia deve infatti coprire una serie di costi che le garantiscono di restare in vita e fornire clienti a noi trainer. Ci deve però essere un punto d’equilibrio e di rispetto nella proposta di compenso che ogni agenzia fa al trainer. Ora, a parte il fatto che la mia agenzia preferita ha le tariffe più alte che finora ho incontrato sul mercato, la cosa incredibile è che paga a una velocità ammirevole. Con loro non c’è da stare a controllare ripetutamente il conto in banca e la data dell’emissione della fattura per calcolare tra quanto all’incirca ci si può aspettare di vedere il meritato compenso. Sono talmente veloci, che a volte non ce ne si rende neanche conto.

Con altre agenzie mi è invece capitato di dover addirittura sollecitare (cosa che odio, e sono certa di non essere l’unica), dopo che era passato più del tempo di pagamento pattuito in origine. Altre dichiarano da subito di avere tempi biblici nel pagare il dovuto, cosa che siamo sempre libere di rifiutare, ma si sa che – soprattutto coi tempi che corrono – diventa difficile dire no a un lavoro solo perchè vedremo il compenso dopo mesi a venire. Ciò non toglie, però, che la faccenda possa procurare una certa dose di frustrazione.

Riassumendo, ecco perchè voto quest’agenzia come la migliore agenzia di relocation al mondo:

  • Sono veloci ed efficienti
  • Danno fiducia al trainer
  • Sono sempre presenti, pur lasciando al trainer un grande margine d’indipendenza e azione
  • Dimostrano di capire perfettamente i desideri e i bisogni del trainer
  • Esprimono rispetto verso il suo operato

Bravi!

Claudia Landini
Ginevra, Svizzera
Aprile 2021
Foto principale: su licenza @123RF

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