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La “nostra” libreria umana, un’esperienza unica

libreria umana

La Libreria Umana che il team di Expatclic ha organizzato per festeggiare i diciotto anni del nostro sito più amato, si è conclusa da un mese, ma chi ci ha partecipato, la sottoscritta in primis, è ancora in preda a forti emozioni, che non riesce a tenere per sé. Eccovi le mie.

 

Nella prima stanza del Museo Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa a Ginevra, su una parete circolare appaiono, uno accanto agli altri, gli ologrammi di alcuni individui. Una decina su otto miliardi. Proseguendo nell’esposizione, si arriva a una zona in cui questi individui, singolarmente, ti guardano negli occhi e ti tendono la mano, il palmo aperto verso di te, in un tacito invito a sottrarli alla loro immobilità, ascoltandone la storia. Basta toccarne la mano per farla partire.

Ed è esattamente questo che abbiamo fatto, io e il mio team di Expatclic, con la “nostra” Libreria Umana. Ci tengo ad aggiungere il “nostra” perchè la Libreria Umana è un’idea nata in Danimarca e ormai diffusa in tante forme in molte parti del mondo, ma il taglio di quella che, per la seconda volta, abbiamo organizzato noi, è unico. Il nostro filo conduttore, la diversità, permette di formare un caleidoscopio umano incredibilmente intenso e variegato, da lasciar storditi.

E infatti, siamo tutte un po’ stordite e scosse, non solo da alcune delle storie, le più impattanti e particolari, ma dall’aver constatato una volta di più l’enorme potere che le storie hanno su di noi.

E’ davvero difficile comunicare a parole, scritte oltretutto, l’immensità dell’effetto che l’ascolto delle storie ci ha procurato. E se dopo la prima edizione, quella dell’anno scorso, potevamo pensare che gran parte dell’entusiasmo venisse dalla novità dell’esperienza, quest’anno abbiamo avuto la conferma che no, sono davvero e proprio le storie che vanno a toccare delle corde profonde, e così facendo ci cambiano.

Qualche individuo su otto miliardi, dicevo.
Di storie ne è pieno il mondo.
Ogni tanto capita che ci concediamo una pausa nelle nostre frenetiche vite per ascoltare qualcuno.
Magari in qualche storia incappiamo del tutto casualmente, per un incontro fortuito sul treno.
Ma sempre, SEMPRE, quando tocchiamo il palmo della mano del famoso ologramma del Museo di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, stiamo già cambiando.

Cambiamo perchè riconosciamo il valore delle storie. Perchè ascoltare tira fuori il meglio di noi. E ascoltando scopriamo – scopriamo cose nuove e cose che avevamo dentro e non sapevamo di avere.

Ma cambiamo anche perchè dando uno spazio ai libri umani per raccontarsi, riconosciamo che la loro storia è importante. Accogliendola, le diciamo che ci sta rendendo esseri umani più ricchi e completi. E’ un’espressione d’amore semplice e pura. Che andrebbe dispensata a volontà, sempre.

Anche quest’anno con la nostra Libreria Umana abbiamo vissuto un’esposizione profonda e continuata alle situazioni più disparate, tutte legate da un comun denominatore: la diversità, declinata in vari modi. C’è chi l’ha raccontata perchè da tempo o da sempre vive in un luogo “diverso” – geografico, fisico o culturale -, e chi ha vissuto esperienze decisamente diverse rispetto alla norma. Ascoltando i libri umani uno dopo l’altro, si esce col cuore più grande, perchè si è fatto posto a cose che, raccontate direttamente da chi le ha vissute, non possono in nessun caso lasciarci indifferenti.

Per tre giorni abbiamo fatto un bagno di umanità. Abbiamo ascoltato storie dalle più difficili o sfidanti, come quella di Sabrina Prioli, che ha subito una terribile violenza mentre era in missione di lavoro in Sud Sudan, o di Juliette McAndrew, donna trans che la violenza la teme su se stessa, semplicemente uscendo per le strade come si sente di essere, ma anche leggere e divertenti, come il racconto di Tommaso Maggio, che durante il lockdown ha “scritto” un libro con la sua bimba di un anno e mezzo, o quella di Salvatore Canzio, che a Varsavia, dove vive, canta in un coro davvero multiculturale che promuove pace e scambio attraverso la musica.

Come ha scritto la mia collega e amica Giuliana Arena nel suo bellissimo articolo per Menti in Fuga, “Ora, io non so se il mondo possa diventare davvero un posto migliore grazie alla condivisione di storie, ma se il cambiamento del mondo può partire da dentro di noi, allora sì, ascoltarle ci cambia davvero” – e rende il mondo un posto più giusto, aggiungo io. Fiera di aver dato il mio piccolo contributo, insieme a tutte le donne che con me hanno lavorato all’iniziativa, a tutti i libri umani che si sono generosamente aperti, e a tutte le persone che sono venute a vivere con noi quest’indimenticabile esperienza umana.

 

Claudia Landini
Novembre 2022

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