La suite di Giava, di Jan Brokke, firmato a Milano
Eccovi il terzo libro della serie “Libri firmati dai loro autori”. Questa volta a Milano, in uno dei primissimi momenti della mia nuova vita di rimpatriata!
Il 31 ottobre mio marito è andato in pensione e siamo rientrati in Italia per restarci. Un cambio epocale, dopo aver trascorso 34 anni di vita sempre all’estero. Ho accolto questa nuova fase con ottimismo e curiosità. Soprattutto, avevo fatto mio il mantra che mi era stato ripetutamente citato quando esprimevo qualche timore rispetto al mio inedito status: “Once an expat, always an expat“. Quanto si sta rivelando vero! E la lettura de “La suite di Giava”, di Jan Brokke è stata un’ulteriore conferma.
Il 17 novembre ero a Milano con una carissima amica in occasione del Bookcity Milano, il mio primo evento culturale da rimpatriata. Tra le varie presentazioni di libri c’era questa, La suite di Giava, edito da Iperborea, in presenza del suo autore, l’olandese Jan Brokke.
Scorsa rapidamente la trama, mi sono emozionata. Conoscevo, e avevo enormemente apprezzato, l’autore attraverso il suo “Anime baltiche”, un libro fantastico. Qui, in più, si parlava di un luogo dove io avevo vissuto, anche se diversi decenni dopo il momento in cui è ambientato il suo racconto. Ma forse proprio per questo ancora più interessante.
La suite di Giava racconta la storia della madre di Jan Brokke, che dalla sua nativa Olanda si trasferì sull’isola di Giava, all’epoca colonia olandese, per seguire il marito (suona famigliare 😊?). Si basa sulle lettere scritte da Olga alla sorelle, che l’autore ha ricevuto alla morte di sua madre, e che gli hanno rivelato una donna che non conosceva, ma che era esistita, in tutta la sua forza e completezza, prima della sua nascita.
L’emozione è stata grande mentre ascoltavo Jan Brokke raccontare come gli è nato il desiderio di far luce sulla vita di sua madre in quegli anni e in quei luoghi. Ci si è recato personalmente, per ricostruirne la storia, vedere le case in cui aveva vissuto, e respirare le atmosfere di quello che nel frattempo era diventato un paese libero.
Nel sentirlo pronunciare nomi come Buitenzorg, attuale Bogor, Makassar, Batavia, ora Jakarta, e parlare delle vivide impressioni che sua madre descriveva nel muoversi in quei luoghi, ho provato una sensazione di familiarità e malinconia che mi ha invasa in tutte le cellule. Ho sentito un’immediata connessione con la storia di questa donna, seppur così profondamente diversa dalla mia.
Ho sentito anche, però, una forte connessione con la mia storia d’espatrio, e una profonda gratitudine verso questo libro che mi ha offerto questa bella scoperta. Leggere di luoghi dove siamo state, è ancora più intenso perchè ci colleghiamo con la scrittura in maniera ancora più viscerale. Quando Jan Brokke descrive i giardini di Bogor, con le loro foglie lussureggianti, l’umidità che si appiccica alla pelle, e parla di piante specifiche della zona, io vedo con chiarezza, sento sulla pelle, respiro i profumi. E’ potente calarsi in un libro che opera questa magia: quella di evocare ricordi così nitidi, e di trasportarci in una parte passata della nostra vita.
Chi, come me, vive o ha vissuto una vita frammentata tra tanti paesi, sa che a ogni periodo corrispondono ricordi precisi, sensazioni, eventi. E che li rievochiamo, solitamente, attraverso persone, fotografie, altri mezzi, ognuno il suo. Quando però questo avviene attraverso un libro, il meccanismo è potente, perchè chi ci mette in quella condizione è qualcuno che ha fatto un cammino differente dal nostro, e ce lo regala, senza sapere, a sua volta, cosa questo provocherà in chi lo legge.
Jan Brokke è un uomo empatico, caloroso. Quando gli ho portato la mia copia di La suite di Giava per la firma, gli ho raccontato che avevo vissuto a Jakarta quattro anni, ed era tutto contento. Mi ha augurato una lettura particolarmente gradevole, e così è stato. Raccomando a tutti e tutte La suite di Giava, che oltre a una straordinaria storia d’espatrio, regala anche un pezzo di storia di quell’affascinante zona di mondo che ho così amato.