La lavatrice
Riflessioni sul momento che si avvicina, in cui il mio nido si svuoterà del tutto.
Qualche giorno fa stavo riempiendo la lavatrice, separando i bianchi dai colorati, e i pantaloni dalle calze. Avevo acceso l’iPod di mio figlio, e la musica della sua playlist riempiva l’aria. All’improvviso sono cominciate le Gymnopédie nr 1 di Eric Satie. Penso che conosciate il pezzo, e vi sfido ad ascoltarlo senza essere immediatamente pervasi dalla più profonda malinconia. Mi sono fermata a pensare a tutti gli anni in cui ho riempito la lavatrice nei vari paesi in cui abbiamo vissuto.
Mi son vista a Tegucigalpa (non avevamo lavatrici in Africa), nella stanzetta umida di fianco alla cucina: i bambini erano appena partiti per la scuola con il padre; indossavano le loro uniformi scolastiche, pantaloni rossi e camicia blu, o pantaloni blu e maglietta bianca se avevano sport, ed erano saliti sulla grande macchina bianca, con le loro cartelle e le lunch-box che avevo preparato. Erano così carini.
Appena sentivo chiudersi il grosso cancello, andava nella stanzina e riempivo la lavatrice – vestiti più piccoli, colori diversi, calzini che fasciavano i piedi di un bimbo di quattro anni. I vestiti aumentavano di misura man mano che ci spostavamo, e mi sono vista nella cucina di Lima, a riempire di nuovo la lavatrice.
Ed eccomi oggi, a Gerusalemme, meno vestiti perchè il mio primo figlio già non vive più con noi, e quelli del mio “piccolo” che competono con quelli del padre nella taglia – e all’improvviso mi è venuto in mente che dopo l’estate gli unici vestiti che laverò saranno i miei e (forse) quelli di mio marito.
Ho realizzato che è proprio vero, sta davvero per succedere: tutti questi anni, i meravigliosi, indimenticabili, intensi, eccitanti anni in famiglia tutti insieme, sotto lo stesso tetto, presto faran arte di un passato che non tornerà mai più. Un periodo di vita pieno di incontenibile felicità, quel tipo di felicità che viene solo dal crescere i tuoi figli giorno per giorno e sviluppare una vita intorno a loro. Per un breve momento mi è sembrato che la terra mi sfuggisse sotto i piedi.
Poi le Gymnopédies sono finite e mi sono ripresa – le vacanze di Natale sono appena passate, e il mio grande era venuto in visita; una settimana piena di pura gioia, giochi, cene, scherzi, chiacchiere e semplicemente stare insieme, un sentimento che non avevo mai provato in vita mia con tale intensità. Una cosa così forte e piena, che può accadere solo quando ci si vede di tanto in tanto. Mi sono sentita rincuorata. I momenti della vita vanno e vengono, ma anche i più belli possono essere sostituiti da altri che sono ugualmente felici e intensi.
E poi, naturalmente, un figlio multiculturale, aperto e internazionale fa delle playlist molto variate, e si può sempre sperare che – come mi è successo in questa mattina luminosa – alle Gymnopédie segua Brown Sugar, dei Rolling Stones, che ti mette immediatamente in un umore diverso!
Claudia, che bel articolo… mi viene voglia di sentire queste 2 musiche adesso e pensare anch’io alla nostra washing machine… Grazie e baci