Marbrerie générale, di Loretta Verna, firmato a Ginevra
Per la mia serie “Libri firmati dai loro autori”, questo mese non posso non parlarvi di Marbrerie générale, dell’autrice svizzera Loretta Verna, che oltre a essere una fine scrittrice, è stata la mia padrona di casa a Ginevra.
Settimana scorsa ho lasciato Ginevra dopo cinque anni, di cui tre abbondanti trascorsi in un sottotetto nella deliziosa Carouge. Questo appartamento l’avevamo trovato casualmente quando ancora mio marito non aveva firmato un contratto a lungo termine, e ci spostavamo quindi da un posto all’altro perchè impossibilitati ad affittare una casa sul lungo periodo.
Rispondendo all’annuncio di una coppia di giovani che vivevano a Carouge, ma si spostavano per tre mesi in Cina e cercavano inquilini per subaffittare, avevamo scoperto questo nido incantato, e lì avevamo vissuto da aprile a giugno del 2019. L’avevamo salutato con tanto rimpianto, al loro ritorno, ma ancora mio marito procedeva con il suo lavoro a Ginevra per contratti brevi, e ci sentivamo dunque sempre molto precari.
Al punto che io avevo deciso di restare in Italia dopo l’estate 2019, e tornare a Ginevra solo una volta firmato un contratto a lungo termine. Tutte le beghe burocratiche si sono risolte poco prima di Natale, e il giorno stesso in cui finalmente si è aperto per noi un orizzonte temporale ginevrino un po’ più vasto, ci è anche arrivato il messaggio della famosa coppia di giovani, che ci annunciava che si sarebbero spostati a Zurigo, ed eravamo quindi interessati a prendere in affitto il loro sottotetto?
Non abbiamo esitato. La casetta di Carouge per noi era ideale sotto tutti i punti di vista. Situata in uno dei quartieri più affascinanti di Ginevra, era abbastanza grande per accogliere me, mio marito, e la gatta. Quest’ultima aveva la possibilità di uscire (cosa fondamentale per lei, e per la nostra sanità mentale) perchè l’appartamento affacciava su un giardino interno. Ma soprattutto, la padrona di casa, che viveva al piano di sotto, era una delle persone più dolci, accoglienti e intelligenti che avessimo incontrato fino a quel momento nella nostra città d’accoglienza.
Loretta, ticinese, è scrittrice. Questo l’ho scoperto casualmente, perchè oltre a scrivere fa tante altre cose, ad esempio mantiene sano e lussureggiante il piccolo giardino nel quale la mia gatta ha scorazzato per i tre anni che siamo rimasti lì.
Con Loretta e suo marito si è da subito instaurato un rapporto di fiducia, stima e allegria. Ci s’incontrava spesso sulle scale, all’entrata, o nel giardino mentre loro lavoravano e noi scendevamo in cantina per le nostre lavatrici. Abbiamo vissuto insieme tutto il periodo del COVID, la morte di mia mamma, i vai e vieni dei nostri figli e le loro avventure, e le nostre scoperte ginevrine.
Ogni tanto organizzavamo una cenetta, o io e lei ci trovavamo per un caffè in uno dei rispettivi appartamenti, o al bar all’angolo della nostra bella Carouge. Le discussioni con loro sono sempre state intense, profonde, emozionanti. Colpiti da tutte le vicende che hanno marcato il nostro soggiorno a Carouge, cercavamo insieme un senso alla follia dei nostri governanti e alle decisioni criminali degli uomini di guerra, dandoci coraggio e godendo di quell’affetto semplice che si era sviluppato tra noi.
Devo a Loretta e a suo marito l’aver scardinato per l’ennesima volta lo stereotipo che è molto difficile farsi amici svizzeri. L’affetto e la gioia dei nostri scambi sono stati un balsamo sul cuore per tutto il nostro periodo ginevrino.
Il suo libro Marbrerie générale Loretta me l’ha regalato una sera dopo una bellissima cena a casa sua, durante la quale io mi ero lanciata in un’appassionata difesa della lettura su supporto cartaceo. Mi ha messo tra le mani questo libretto dalla copertina bianca e gialla, che ho letto con gusto durante l’estate toscana di quell’anno.
Marbrerie générale è la lunga chiacchierata tra due lucertole che si trovano al cimitero di Carouge (che io avevo, naturalmente, subito visitato dopo il mio trasferimento lì), e che disquisiscono con un linguaggio frizzante e pop di tutte le questioni della vita.
Loretta me l’ha firmato al mio rientro dalla Toscana, perchè le avevo spiegato che colleziono libri firmati dai loro autori. E quella dedica meravigliosa, calda, intelligente, è e resterà una delle più belle e significative dell’intera collezione.