Ode a Expatclic
Era un po’ di tempo che non scrivevo un’ode a qualcuno o qualcosa 🙂
In questi giorni ho trovato più di un motivo per fermarmi a scrivere un’ode al mio caro Expatclic.
Qualche giorno fa, non so come, sono capitata su un articolo che mi è piaciuto tantissimo. Come faccio sempre, ho guardato qual era la testata che lo proponeva, e quando ho visto che conteneva un articolo più interessante dell’altro, mi sono iscritta al daily digest. Per due o tre mattine tutto è andato bene. Guardavo il digest, sceglievo un articolo o due che mi sembravano intringanti, e li leggevo. Poi, di colpo, mentre una mattina cliccavo su un link piena di aspettativa, mi esce questo:
Per carità! Capisco perfettamente che questa è una politica come un’altra. Da qualche parte, si sa, i soldi bisogna farli saltar fuori. Quando non esisteva internet, si andava in edicola e si pagava per comprare le riviste, e nessuno aveva niente da ridire. Però mi è rimasto dentro un po’ d’amaro. Mi è rimasto dentro un po’ d’amaro perchè mi capita sempre più spesso di girare tra testate e e-magazine vari, e di non poter approfondire degli argomenti perchè arriva l’odiato paywall. E come per tutto, mi domando perchè chi può permettersi di pagare per leggere ha il privilegio di potersi informare di più e di avere una più vasta offerta di lettura, e chi quei 5 dollari al mese li usa per comprare le cipolle deve privarsene.
E poi ho pensato a Expatclic, e mi si è scaldato il cuore. Ho pensato che questa cosa che abbiamo creato è veramente incredibile. Perchè su Expatclic non ci sogneremmo mai di oscurare gli articoli. Anzi, aspettate, prima di andare avanti lasciatemi chiarire una cosa: gli unici articoli che sono leggibili solo per metà sono le schede paese. E siamo arrivate a questa sofferta decisione per motivi molto validi che ora non spiego qui perchè il post diventerebbe troppo lungo (ma potete chiedermeli, se volete, e sarò felice di spiegarveli 🙂 ). A parte queste, che costituiscono lo 0,9% del contenuto del sito, tutti gli altri articoli sono accessibili dall’inizio alla fine.
Ma non solo: come sa chi ci segue da tempo, facciamo tutto il possibile per tradurre gli articoli nelle quattro lingue del sito. Perchè? Perchè siamo profondamente convinte che anche se ormai al mondo sono moltissimi a saper parlare o quantomeno leggere l’inglese, da brave sostenitrici dell’Empatia Linguistica sappiamo che leggere un articolo nella propria lingua madre ha tutto un altro gusto, dà la possibilità di capire meglio e di connettersi al contenuto in maniera più empatica e diretta.
La cosa incredibile è che le traduzioni degli articoli le facciamo tutte noi (o qualche cara collaboratrice esterna che dà una mano volontariamente quando può). E a volte mi chiedo: ma dove lo trovi un sito che non solo ti dà visibilità con l’entusiasmo che i bambini riservano alle girandole colorate, ma te lo traduce anche in altre tre lingue, gratuitamente e sempre con il suddetto entusiasmo?
Certo, me lo posso permettere. Così come le mie splendide donne del team di Expatclic possono permettersi di dare del tempo gratuitamente. Me lo posso permettere in termini monetari, innanzitutto. Faccio un lavoro che è ben pagato e che mi regolo da me, e se anche non lavoro non finisco sotto un ponte lo stesso. Me lo posso permettere anche in termini di energia. Sono fortunata, sono dotata di uno speciale turbo che mi permette di lavorare sodo su tante cose diverse e produrre molto anche con poco sforzo (finchè dura).
Ma è stata mia la scelta di dedicarmi a questa impresa e non, ad esempio, al mio business privato. Così com’è delle mie ragazze la scelta di dedicare tempo ad Expatclic invece che a qualsiasi altra cosa.
Però, cosa vi devo dire, Expatclic ci appassiona. Ci appassiona in ogni aspetto della sua gestione. Amiamo il fatto di farlo con altre donne espatriate. Ci appassiona l’idea che in questo modo siamo utili a una grandissima comunità di donne che si trovano in situazioni nelle quali noi siam già passate e che magari, grazie ai nostri articoli e ai nostri contatti, soffriranno meno. Personalmente, mi appassiona in un modo che non vi so neanche descrivere imparare, scrivere, tradurre, contattare, parlare con le mie ragazze, inventare, proporre e gestire la comunità. E quando sto per leggere un gustoso articolo su un e-magazine e mi spunta il paywall, mi sento ancora più felice di questo progetto che è nato come una scommessa e guardate cos’è diventato. E allora parte l’ode 😀