Qualcosa di nuovo fa sempre bene
Qualche riflessione sulle cose nuove nelle nostre vite.
Qualche giorno fa, una persona che Expatclic ha cominciato a seguire su Twitter, ci ha scritto e chiesto: “Quand’è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa di nuovo?“. Volevo rispondere: “Questa mattina, ma anche ieri, l’altroieri, la settimana scorsa e quasi tutti i giorni nell’ultimo mese“.
Poi mi sono sentita un po’ imbarazzata. Lo stesso sentimento che provo quando la gente mi chiede: “Dove hai vissuto?“. So che facendo la lista di tutti i paesi nei quali ho vissuto in vita mia li mette un po’ in soggezione (e mi fa sentire vecchia 🙂 ). Stessa cosa con le lingue. Quando mi chiedono quante lingue parlo, mi sento a disagio perchè so che non è molto comune parlare sei lingue. E per scusarmi, aggiungo sempre che ho completamente dimenticato il mio portoghese, e che il mio tedesco è molto, molto arrugginito. In generale la gente reagisce come se fossi una specie di fenomeno, il che mi fa capire quanto deve sembrare distante la mia vita a molti.
La domanda che la persona ha fatto su Twitter mi ha scatenato un sacco di riflessioni. Da una parte ho cominciato a pensare alle cose nuove che ho effettivamente provato recentemente. E sono davvero tante.
Quando si cambia paese, ci si trova in un processo specifico, senza mai fermarsi veramente a riflettere su quello che si scopre e si impara. Ma quando qualcuno ti chiede una cosa semplice come quand’è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa di nuovo, ti rendi conto della strada che hai fatto. Sicuramente molta di più dei tuoi coetanei stanziali.
Ho provato vari piatti nuovi. Ho visitato posti che non sospettavo neanche che esistessero. Ho preso un aereo per andare a farmi visitare da un dottore. Ho fatto una risonanza magnetica a una spalla. Ho imparato a guidare a sinistra! Sto imparando una nuova lingua (devo ricordarmi di metterla in lista 🙂 ). Ho letto sei nuovi libri dall’inizio dell’anno. Ho cominciato un nuovo corso online. Ho imparato a usare un nuovo software per gli incontri online, e a fascicolare bene le pagine. Ho imparato a dare formazioni interculturali ai bambini. Ho provato il coffee-cupping, la riflessologia e il massaggio tradizionale. Sono andata a un TedX talk! Per non parlare di tutte le nuove persone che ho conosciuto, e i piccoli dettagli di una vita quotidiana coi quali mi confronto senza neanche rendermene conto. Potrei continuare ancora.
Il punto è che sono talmente abituata a scoprire nuove cose, che non mi sembra più importante o eccezionale. Ma una semplice domanda è sufficiente per farmi capire quanto è ricca la mia vita, e anche che quello che per me è normale, non lo è per niente per molti altri.
Certo non per quelli che non hanno mai trascorso un periodo di vita all’estero e goduto di questo processo a volte doloroso ma assolutamente affascinante. Mi viene spesso chiesto se mi piace vivere all’estero, e rispondo sempre di sì. Spesso, però, faccio fatica a comunicare la profonda eccitazione, il vero significato, l’adrenalina e l’energia positiva che questa vita internazionale produce. Spero che questo post aiuti a spiegare un po’ le cose.
Sono troppo contenta di averVI ritrovaTE. :-)))))))
Ora mi sposto su FB… abbiate pazienza sono imbranata e con FB ho sempre avuto un rapporto a dir poco conflittuale (account creati e cancellati, poi ricreati e cancellati, poi zzzz zzzz zzzzzzz
Parpraaaaaaaaa!!!!! Ciaoooooooo!!!!!! Expatclic tiene duro, certo!!! Abbiamo festeggiato dieci anni di vita, alcune sono ancora con noi (Poci, ad esempio, e Carmen, che anche se non partecipa è sempre in contatto dietro alle quinte), altre no. Vieni a unirti a noi su FB! https://www.facebook.com/groups/738427512836540/ E tu come stai? Ora vado a curiosare il tuo blog. Grazie per essere riapparsa, un bacione!
Ciao Claudia di Expatclic,
non so se ti ricordi di me perché sono passati tanti anni – Zuckerberg prendeva ancora il biberon all’epoca, e io postavo commenti astrusi in un sito bellissimo di donne Expat che si chiamava Expatclic. Sono p@rpra! Comunque, sono una povera tecnosaura che si è iscritta solo 10 giorni fa su FB (l’ho abbreviato bene?) e si diverte a smanettare per non sentirsi troppo OUT.
Sono contenta di averti ritrovata perché ho viso che il forum non esiste più – vi siete spostate su FB, brave! Di quell’epoca di post matti e ispiratissimi ricordo con particolare affetto Fiordaliso, Carmen, Poci – magari navigano ancora ma con altri pseudonimi… Oddio mi sta prendendo una botta di nostalgia e avrei voglia di ritornare sul sito.
In questi anni ne ho vissute di tutti i colori ma ora mi piacerebbe riprendere i contatti con tutte voi 😀
Va bene, ho scritto troppo per cui mi defilo – anche perché la pasta bolle e se non faccio da mangiare entro 2 minuti di orologio rischio lo sfratto!
Un abbraccio al gusto di lavanda,
parpra Impat
E come non poter essere più in linea con i tuoi sentimenti?
L’altra settimana mi sono incontrata con un’amica spagnola insieme alla mia bimba più grande; mentre l’aspettavamo mi ha chiesto come si chiamava e che lingua parlasse…sul momento mi ha fatto ridere, ma poi mi sono emozionata! Per me a tre anni la vita era semplicemente ordinaria, tutto ero inquadrato e non andava mai al di là di un certo standard e una certa conoscenza; quella che viviamo all’estero, io e la mia famiglia, ha tutto lo straordinario che per me dovrebbe avere la vita! E alle volte parlarne con chi non lo vive, ti fa sentire così arrogante, non si riesce a spiegare il motivo di tanto entusiasmo!
PS: e io che pensavo che una delle sei lingue fosse l’arabo o l’ebraico :))
Claudia, I identify with this so much…and it’s interesting that it is something I find rather difficult to talk about when I am ‘back home’ (wherever that may be). We ‘jetsetters’ so often have to hold back from sharing our experiences, because they can so easily be misconstrued. But it’s such fun when you find people ‘back home’ who have lived similar lives, and who ‘understand’. We lead exciting lives, but they can be isolating from the ‘mainstream’!