Quando le cose van bene
Avere un genitore vecchio e malato quando si è lontani è molto difficile. Ma ci sono volte in cui le cose van bene.
Quando sono arrivata in Italia da Jakarta, ho trovato mia madre in uno stato terribile: era disidratata, magra, non riusciva a stare in piedi nè a parlare. L’ho portata subito in ospedale, e quando ne è uscita, dieci giorni dopo, era impensabile lasciarla a casa senza le adeguate cure. Come costruire una struttura di supporto intorno a lei nel giro di pochi giorni? Non ne avevo idea. La notte in cui è tornata dall’ospedale, la badante era già stata licenziata, e io mi sono trovata sola con lei. Delirava, e ha vomitato tutta la pastina che le ho dato. Ho dovuto muoverla, pulirla, cambiare le lenzuola mentre la mia spalla, che ancora non era completamente a posto dopo l’operazione, gridava vendetta. Raramente mi sono sentita così sola e in preda al panico.
Quindi ho fatto quello che si fa in genere in queste situazioni: mi sono rivolta alla gente. Ho chiamato una cugina, che mi ha suggerito di chiamarne un’altra (che è infermiera), e questa mi ha subito dato appoggio e consigli. Non dimenticherò mai l’incredibile sensazione di essere guidata mentre l’ascoltavo, e la gratitudine che ho provato quando ho appeso il telefono e sono riuscita a dormire perchè mi ero calmata.
Da quel momento, è stato un incontro più positivo del precedente. E non potevo credere a quanto ero fortunata nell’incrociare tutte queste persone incredibili, genuinamente interessate alla situazione. Naturalmente ho dovuto lavorarci un po’, ma dalla nuova badante all’operatrice sanitaria, dalla segretaria del medico di mia madre al coordinatore dell’associazione che ho scelto per aiutarla, è stata tutta una catena di solidarietà, azione, buoni consigli e interventi efficaci.
L’operatrice sanitaria dell’ASL è stata particolarmente fantastica: le ho parlato al telefono, mi ha invitata ad andare a discutere la situazione della mamma in persona, per capire bene cosa si poteva fare. Quando ci sono andata, ha passato un sacco di tempo a parlarmi e mi ha lasciata andare solo dopo essersi assicurata che avevo capito tutto ed ero pronta a produrre i documenti necessari per cominciare l’assistenza a domicilio.
E ho potuto fare tutto questo perchè Maria, la splendida nuova badante che è arrivata a casa nostra come una matura Mary Poppins, conquistando il cuore di mia madre, se ne stava occupando impeccabilmente. In cinque giorni sono riuscita a organizzare le cose in modo che mia madre sia assistita da una badante a tempo pieno, da un’infermiera che la visita ogni due giorni, e da un operatore sociale che le fa il bagno completo ogni tre. La richiesta di assistenza domiciliare è stata inoltrata, e l’operatrice sanitaria che mi ha incoraggiata a richiederla se ne sta occupando a Milano, mentre io mi godo la vacanza in Toscana con la mia famiglia. Sia lei che la badante han fatto tutto il possibile per farmi sentire a mio agio e incoraggiarmi a partire e riposarmi un po’.
Parlo al telefono ogni giorno con la badante, e ho l’impressione che mia madre non sia mai stata così ben curata, lavata, nutrita e amata come adesso. Ieri era di nuovo delirante, e ho avuto paura che la badante non ce la facesse da sola. L’ho chiamata questa mattina, ed era felice di dirmi che le cose sono tornate normali, la mamma è di nuovo calma e collaborativa.
So che quello che ci aspetta non è facile: mia madre peggiorerà e io dovrò tornare in Indonesia e lasciarla di nuovo. Ma avere intorno queste splendide persone mi ha riempita di energia e ottimismo. E sono sicura che mia madre sente il cerchio d’amore che la circonda, e questo fa tutta la differenza del mondo.
Thanks Paola! You meant to comment on “Quando sto a Milano” :-))) Grazie!
People like Donatella are the pillars that give a little stability to our crazy itinerant lives. Lovely blog post, Claudia!