Resistenza all’invecchiamento, qualche considerazione
Dato che non divento certo giovane :-), mi trovo spesso confrontata a decisioni che hanno a che fare con il mio aspetto che cambia col tempo. Eccovi alcune riflessioni sulla resistenza all’invecchiamento.
“Signora, che colore mettiamo ai capelli?”, mi chiede l’impiegato del comune che mi sta rifacendo la carta d’identità.
“Mah”, rispondo io, “biondo cenere?”.
Lui mi scruta lo scalpo con un misto di pietà, curiosità e zelo.
“Beh, ma non sono biondo cenere…magari brizzolati? Ma brizzolati va meglio per gli uomini…mi faccia vedere che opzioni abbiamo”.
Fa scorrere lo sguardo sullo schermo del computer mentre io torno indietro alla scena del giorno precedente. Salita su un vagone della metropolitana, tutti i posti a sedere occupati, mi metto a leggere in piedi davanti a un giovanotto che fa subito per alzarsi dicendomi “signora, si vuole sedere?”. Forse i miei capelli ieri si sono espressi in tutto il loro grigiore, perchè non vedo che altro motivo potesse avere il baldo giovane per considerare una donna così aitante come una persona bisognosa di riposare le stanche ossa.
Evidentemente, anche se io, quando non mi guardo allo specchio, sono convinta di apparire ancora com’ero trent’anni fa, qualcosa nel mio aspetto tradisce il fatto che sono ormai un’ultracinquantenne.
L’impiegato del comune alla fine decide: “Signora, le devo mettere grigi…non c’è altra opzione”. E metta grigi. Del resto è vero, un po’ grigi sono.
Anzi, lo devono essere un po’ tanto se regolarmente amiche e parenti, dopo avermi esaminato con aria triste, mi dicono “ma perchè non ti fai almeno due colpi di sole?? Sei ancora giovane per tenerti il grigio…“.
Il punto è che i punti sono due: il primo è che io vivo sempre a corto di tempo perchè amo fare troppe cose e la giornata non è abbastanza lunga per farcele stare tutte. Figuriamoci se ho voglia di correre ogni due per tre dal parrucchiere per coprire la ricrescita.
Il secondo punto, però, è ancora più importante. E riguarda il fatto che ho cinquantasei anni, e che il corpo in cinquantasei anni cambia. Invecchia. Escono le rughe, i capelli grigi, le vene sulle gambe, i tessuti si afflosciano…non fatemi continuare.
Ora io vorrei capire: perchè si deve nascondere questo processo, che è quanto di più naturale esista nel ciclo della vita? Perchè si ha questa forte resistenza all’invecchiamento?
Per carità, non sto dicendo che sia piacevole. Quando mi guardo allo specchio e non vedo più il viso fresco e liscio di quando ero giovane, non sono per niente contenta. Ma a parte il fatto che sono fermamente convinta che l’età ci rende belle in un altro modo, non riesco proprio a trovare nessuna ragione per nascondere quello che sono diventata.
Questa resistenza all’invecchiamento che vedo in tantissime mie coetanee, e in donne anche più anziane, pur senza tormentare i miei sonni, mi mette un po’ a disagio. Perchè un po’ la capisco, davvero. E capisco che chiunque può e deve trovare il suo modo personale di presentarsi al mondo. E con quel modo deve sentirsi a suo agio.
Quello che mi perplime e disturba, però, è come in alcune delle nostre nostre società occidentali, sicuramente in quella italiana, sia dato per scontato che ci si debba ritoccare, e, se non lo si fa, si è guardate con compassione, ci si sente criticare, vengono fatti velati (e a volte per niente velati) accenni a quanto tu volutamente ti mantenga sgradevole per chi ti sta intorno.
Tempo fa ero in vacanza al mare e mi è presa la voglia di farmi un pedicure. La sala che ho scelto era un via vai di donne una più costruita dell’altra. Alcune proprio con pesanti interventi al viso, che non le ringiovanivano per nulla perchè si mostravano subito in tutta la loro sostanza riparatoria. E mi sono chiesta, che differenza c’è tra queste donne e le donne, super criticate, che si mettono il velo per nascondere i capelli? Non sono forse entrambe soggette a una pressione culturale alla quale si conformano, chi più chi meno?
Certo, io sono libera di andare in giro coi miei capelli grigi ben in vista e quello che al massimo mi capita è che mi cedano il posto in bus (che alla fine non mi dispiace nemmeno) o mi guardino con commiserazione, ma la sostanza non cambia: quando vedo donne spendere centinaia e centinaia di euro per dipingersi i capelli, spalmarsi di costose creme, farsi strappare i peli o truccare fino a cambiare fisionomia, mi domando davvero che senso abbia tutto questo.
E mentre spazzolo i miei grigi capelli (a cui peraltro il grigio dà delle sfumature perlate che mi piacciono tantissimo e che a Jakarta, dal mio adorato Roberto, tutti mi invidiavano), mi dico che io sono contenta così: spendendo i miei soldi in libri e viaggi piuttosto che in creme, coltivando la mia bellezza interiore, e lasciando che il mio corpo mostri orgogliosamente i segni di una vita vissuta intensamente!
Claudia Landini
Ottobre 2019
Foto ©ClaudiaLandini