Ogni cliente nel coaching è una nuova cultura
Recentemente ho coacchato di più, e con un’ampia varietà di clienti di varie provenienze e nazionalità. Eccovi una riflessione su come lo sfondo delle sessioni di coaching stimola reazioni diverse.
L’immagine che vedete in cima al post è lo sfondo che uso durante molte delle mie sessioni di coaching. E’ una delle pareti della mia casa in Toscana. Quest’anno ho deciso che avrei trascorso più tempo possibile qui. E dato che lavoro perlopiù online, non fa molta differenza dove mi trovo fisicamente quando coaccho.
Quello che invece ha attirato la mia attenzione è come lo sfondo delle sessioni di coaching che i miei clienti vedono attraverso la webcam mi dica moltissimo della loro cultura e personalità.
Generalmente non fornisco dettagli sulla mia posizione, umore o altri dettagli personali, e di solito i miei clienti non chiedono nulla. Se lo fanno do una risposta veloce e sposto rapidamente l’attenzione di su loro.
Cambiando sfondo delle sessioni di coaching
Quelo che però è successo con questo sfondo è piuttosto interessante. E’ cominciato con un cliente italiano che sto coacchando da un po’, e che non aveva mai avuto una sessione con me dalla Toscana. Quando ha visto lo sfondo si è entusiasmato, e mi ha chiesto qualcosa sulla collezione di vecchi oggetti che vedeva alle mie spalle. Qualcuno nella sua famiglia aveva la stessa passione, e gli è venuta voglia di parlarne.
Un altro cliente italiano, che mi è sempre sembrato più controllato del precedente, ha notato lo sfondo e mi ha chiesto dov’ero, cosa che non aveva mai fatto prima.
A quel punto ho cominciato a prestare attenzione alla reazione degli altri clienti al mio muro di campagna. Una signora palestinese ha sorriso e lanciato piccoli gridi di gioia quando ha visto le tipiche tazze di Hebron con il nome dei membri della mia famiglia.
Avevo dunque tre clienti che avevano spontaneamente mostrato interesse nello sfondo delle sessioni di coaching, e ne avevano parlato.
Il cliente successivo che coacchavo da quella posizione era olandese. Quando la sessione è cominciata, non ha battuto ciglio. Sembrava totalmente impermeabile a quanto mi circondava. Lo conoscevo come un uomo molto pratico, e la mia esperienza con persone di cultura olandese è che non sprecano tempo in chiacchiere ma vanno piuttosto dirette al punto.
Ero curiosa di vedere la reazione della mia cliente neozelandese. Durante le nostre sessioni precedenti aveva mostrato un perfetto equilibrio di personalità controllata e calore mediterraneo. Tuttavia, quando la sessione è cominciata, non ha dato segni di accorgersi dello sfondo diverso, ed è andata dritta alle azioni che aveva preparato dall’ultima volta.
Un’altra cliente italiana ha invece notato subito che non ero nella solita stanza, e ha avuto un moto di gioia quando ha visto la parete in pietra. Sapeva che amo la mia casa toscana più che qualsiasi altro posto al mondo, ed era contenta di vedermi felice.
Di ritorno a uno sfondo meno stimolante
Recentemente sono venuta a Ginevra, dove mio marito sta lavorando temporaneamente, e lo sfondo delle sessioni di coaching è di nuovo cambiato. Con un paio dei clienti che ho menzionato sopra il programma è finito, ma altri proseguono dalla mia cucina ginevrina. Non mi sono sembrati particolarmente attratti o distratti dalla sfondo questa volte. E tutto ciò mi è sembrato interessantissimo.
So che il mio campione d’analisi è molto ristretto e scrivo questo posto più come una riflessione leggera e divertente che come una conclusione su base scientifica :-), ma è ovvio che quel particolare sfondo per le sessioni di coaching suscitava qualche tipo di reazione in alcuni dei miei clienti. Erano le pietre? La collezione di vecchi oggetti? Le tazze e i bicchieri che “fanno casa”?.
Vedo molto simbolismo in tutto ciò, una spinta a reagire in base a oggetti famigliari, a un ambiente caldo, o a uno molto diverso.
D’altro canto, solo gli italiani e la signora palestinese hanno reagito apertamente allo sfondo, e ne hanno parlato. Gli altri due, che vengono da culture generalmente più controllate, non hanno dato segno di notare il cambiamento di sfondo delle sessioni di coaching che appariva sui loro schermi.
Naturalmente non sto parlando solo di cultura. Ogni cliente ha la sua propria personalità, temperamento e carattere. Quello che mi intriga è che il coaching ci apre un mondo di sentimenti, riflessioni e arricchimento. Guardate solo cos’è successo con un semplice sfondo! E mi fermo qui perchè mi dicono che i post lunghi sono noiosi, ma potrei continuare su questa linea ancora per molto…