Un workshop per famiglie espatriate: l’esperienza di Bucarest
Recentemente sono stata invitata a dare un workshop per famiglie espatriate ai genitori della British School di Bucarest. Ecco le mie riflessioni post esperienza.
L’ho chiamato “La famiglia espatriata: sfide e benefici“. Avevo spesso parlato del tema, sia in presenza che online. Oltre ad avere io stessa creato una famiglia che è nata e si è sviluppata in espatrio, da anni sono immersa nei temi della mobilità sia per esperienza diretta che attraverso il sito che ho creato in supporto alle donne espatriate e le loro famiglie nel mondo, Expatclic.com.
Organizzare questo tipo di eventi mi piace tantissimo perchè mi permette di usare a briglia sciolta la mia creatività. Penso anche che non esista sfida più stimolante del creare materiali e momenti formativi canalizzandoci il proprio vissuto. Questa di Bucarest è stata quindi per me un’occasione fantastica. Sono partita con il trolley pieno di materiale per workshop, prime tra tutte le carte del gioco di Coaching coi Valori.
Come sapete, infatti, adoro giocare. Sono fermamente convinta che il gioco nella formazione interculturale (e generale) sia fondamentale per lasciare qualcosa dietro di sè, per far penetrare profondamente i concetti che si vogliono condividere.
Di giochi a questo workshop per famiglie espatriate ne avevo programmati tre. Il primo era un classico icebreaker, il Gioco del Buongiorno, che piace sempre tantissimo. Lo uso quasi sempre nei miei workshop per scaldare l’ambiente in modo allegro e immergere da subito i partecipanti nel vivo degli argomenti che tratterò.
Il secondo era, appunto, il gioco di Coaching coi Valori. Era la prima volta che lo usavo dal vivo e con un gruppo nutrito di partecipanti, ed è stato un successo assoluto. Molti dei genitori (come succede spesso, del resto) mi hanno detto che non si erano mai fermati a pensare davvero su quali valori poggia la loro famiglia. Tantomeno avevano riflettuto sulla relazione tra valori personali, famigliari, scolastici e nazionali.
Il terzo era un gioco che si può adattare a varie situazioni formative, e che è stato molto utile in questo workshop per famiglie espatriate. Con un semplice accorgimento, si fa prendere coscienza ai partecipanti di quanto trasferirsi in un nuovo paese significhi azzerare la propria identità e dover passare per un processo di ricostruzione e collocazione nel nuovo ambito. Anche questo gioco è stato accolto con entusiasmo, ed è servito a far prendere coscienza di una situazione che spesso non si riesce a verbalizzare, ma che lavora dentro.
E’ stato molto bello confrontare le varie esperienze: c’erano genitori italiani, rumeni, inglesi, austriaci, brasiliani, russi. Alcuni al primo espatrio, altri con una storia lunga, ma sempre alla ricerca di modi per viverla – e farla vivere ai propri figli/e – al meglio.
Perchè a ciò servono questi workshop: mettere in campo in modo guidato e strutturato le esperienze di ognuno, per approfondire, riflettere e capire cose che magari da soli ci sembrano insormontabili.