Vincere
E’ più bello vincere o sognare di vincere?
Un paio di settimane fa ho passato un week-end in un esclusivo resort di Bali con mio marito. Un posto dove non avremmo certamente mai messo piede in vita nostra, se non ne avessimo vinto un soggiorno a una festa latina. Mi ricordo ancora il brivido quando hanno cominciato la lotteria, e chiamato il numero del mio biglietto: la bambina che è in me adora questo tipo di giochi, e mi eccito davvero nell’attesa di sapere se sono io la fortunata.
Questa cosa mi ha riportato a una storia che mi ha raccontato la mia adorata amica Donatella, quando stavo da lei lo scorso dicembre, in quei tristi giorni in cui abbiamo messo mia mamma in una casa di cura.
In Italia abbiamo una grande lotteria tradizionale di fine anno, con l’estrazione dei biglietti vincenti all’inizio di gennaio. E’ talmente importante e risveglia così tante speranze negli italiani, che verso fine dicembre i biglietti sono esauriti quasi ovunque.
Donatella mi ha raccontato che sua mamma, la mitica Adriana, regalava un biglietto della lotteria a ognuno dei suoi figli. Ne aveva cinque, si era separata dal marito – cosa non comune negli anni ’60 – e li cresceva da sè con il suo stipendio di cassiera di un supermercato. I soldi mancavano sempre, le difficoltà mai. Però Adriana ha cresciuto cinque persone incredibili, in un’atmosfera unica fatta di amore, solidarietà e buon umore.
Donatella mi ha raccontato che quando trovavano i loro biglietti sotto l’albero, Adriana chiedeva a ognuno di loro di spiegare cos’avrebbero fatto se il loro biglietto fosse stato il fortunato che vinceva il primo premio della lotteria. E loro cominciavano a sognare alla grande. “Io mi comprerei una casa gigante“, “Io mi comprerei un cavallo“, “Io un aereo, per fare il giro del mondo“. E lei li incalzava con le domande: “Di quanti piani sarebbe la tua casa?“, “Di che colore il tuo cavallo?“, “Da dove cominceresti il giro del mondo?“.
Alla fine erano tutti talmente assorbiti dalle rispettive storie, che per un attimo si sentivano davvero vincitori, e quei momenti rendevano magico il Natale. Naturalmente non hanno mai vinto, ma Donatella si illumina ancora oggi, quando lo racconta.
Adoro questa storia, e non solo perchè mi fa ricordare un po’ Adriana, che ci ha lasciati troppo presto, ma perchè per me contiene un’importante verità: e cioè che spesso, nella vita, non è la vittoria che conta, ma quello che viviamo mentre cerchiamo di raggiungerla. A volte i sentimenti, quello che impariamo, e quello che sognamo sul percorso, sono ancora più importanti e duraturi di quello che produce la vittoria stessa. W i sogni!